"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei."

Oracolo di Delfi

mercoledì 31 luglio 2019

La Cornucopia e l'Abbondanza

Quando sei grato, la paura scompare e appare l’abbondanza.
(Anthony Robbins)



Tutti noi conosciamo la famosa cornucopia, il cui nome deriva dal latino “cornu” (corno) e “copia” (abbondanza), simbolo mitologico di cibo ed abbondanza ma ben pochi conoscono il mito che l’ha generata e quindi ve lo racconto!

Si narra che presso la casa della bella Deianira si erano riuniti numerosi pretendenti che la reclamavano in sposa.
Tra i vari pretendenti, tutti mortali, era presente anche anche Acheloo figlio di Oceano e Teti, divinità fluviale dell’Etolia che aveva la facoltà di assumere l’aspetto che più gli piaceva.
Mentre tutti i pretendenti erano riuniti in una sala, fece il suo ingresso Eracle ed alla sua presenza tutti i pretendenti di Deianira si ritirarono tranne Acheloo che rimase a contendere con Eracle la mano della ragazza.
Eracle, per convincere la fanciulla ad accettarlo come sposo iniziò a declamare nel sue origini divine dicendo che sarebbe diventato nuora di Zeus.
Mentre Acheloo ribatteva che era il dio di un grande fiume e che non era odiato da nessuno al contrario di Eracle che era perseguitato da Era, la sposa di Zeus.
Allora Eracle disse che meglio delle parole, si sarebbe battuto con le mani e sfidò Acheloo a duello. A lungo i due contendenti combatterono ma alla fine Eracle riuscì a svincolarsi dalla stretta del suo nemico e a montargli sulle spalle immobilizzandolo.
Acheloo, sul punto di soccombere alla preponderante forza di Eracle, si trasformò in un serpente grazie ai suoi poteri magici. A quella vista Eracle iniziò a ridere, ricordando ad Acheloo che già una volta, quando era ancora in fasce, aveva ucciso i due serpenti che Era gli aveva inviato per ucciderlo.   
Così Eracle iniziò e stringere forte la testa del serpente tanto che Acheloo sarebbe morto soffocato se non si fosse trasformato in un gigantesco toro.
Eracle, per nulla intimorito a quella vista, lo afferrò per le corna e lo scaraventò lontano ma nella caduta uno dei due corni che Ercole aveva afferrato, si staccò, mutilando Acheloo per sempre.
Per sfuggire ad Eracle, Acheloo si getto nel fiume Toante che da allora prese il suo nome e da allora Acheloo venne rappresentato con il corpo di un toro e la testa di un uomo barbuto ma sempre con un solo corno.

Cosa c’entra la cornucopia?
Secondo l’interpretazione mitologica, l’episodio sarebbe l’allegoria dell’Acheloo fiume dell’Etolia dal percorso sinuoso (per ricordare il serpente) che spesso straripava con forza devastante (per ricordare il toro) fino a quanto Eracle ne arginò il corso costringendolo in un solo letto (il corno strappato) procurando così abbondanza e fertilità in tutta la regione che attraversava.
Secondo altre “correnti di pensiero” la cornucopia avrebbe avuto origine in altro modo: narra il mito che la capra Amaltea venisse pregata da Rea di prendersi cura del figlioletto Zeus e di allattarlo in segreto, perché il padre, Crono, non lo trovasse e lo uccidesse.
Ovidio, il poeta latino, ne ‘Le Metamorfosi’, racconta che mentre Zeus la cavalcava giocando, si ruppe un corno della capra Amaltea e le ninfe Ida e Adrastea, dopo aver curato la capra, riempirono il corno rotto di frutta per il piccolo Zeus che, cresciuto, donò il corno alle figlie di Melisseo trasformandolo nella prodigiosa Cornucopia.
Dal corno dell’animale e dall'abbondanza del nutrimento che Amaltea fornì a Zeus traggono origine il mito e l’immagine della cornucopia destinata a divenire sia per i greci sia per i romani, un simbolo di fertilità e di abbondanza che, magicamente, si riempie di cibo e bevande.
Scegliete voi quella che preferite ma ricordiamoci di essere sempre grati per l'abbondanza di doni che la Vita ci elargisce continuamente cercando di porre l'attenzione su ciò che abbiamo e non su ciò che ci manca.
Molte volte soffriamo per la mancanza di cose che, a ben guardare, sono superflue per il raggiungimento di  uno stato di vita sereno e questo ci induce a ristagnare in un sentore profondo di mancanza che non può certo richiamare a noi l'abbondanza cui auspichiamo.
Come fare a cambiare? parlane con Sophia Egizia, la Tua Consulente Esoterica ed insieme troverete la via giusta per Te.

lunedì 29 luglio 2019

Tiresia: il mito del primo indovino transgender suo malgrado

Se ci pungete non diamo sangue, noi? 
Se ci fate il solletico, non ridiamo? 
Se ci avvelenate non moriamo?

(William Shakespeare)



Gli esseri umani sono esseri tutti uguali eppure, allo stesso istante, sono tutti diversi!

Ognuno di noi è un mondo a parte, unico in un mare di simili, ed ha una sua specifica identità costituita dalle sue quattro parti fondamentali: fisica, mentale, animica e spirituale che, in vario grado e percentuale, si armonizzano in un tutt'uno armonico irripetibile.

Eppure viviamo in un mondo duale quindi siamo abituati a differenziare ed uno dei primi punti di diversità lo troviamo nel genere di appartenenza così ci distinguiamo in maschi e femmine ma maschio non è sinonimo di uomo e femmina non è sinonimo di donna.

Ipotizziamo una linea retta dove ad una estremità ci sono i maschi ed alla estremità opposta le femmine e nel centro l'essere umano con la sua parte maschile e quella femminile in perfetto equilibrio a rappresentare l'essere perfetto, possiamo pensare che, a mano a mano che il maschio evolve verso il centro diventa sempre più uomo tendente all'equilibrio e così pure le femmine che, volgendo verso il centro diventano, sempre più donne. 

È nel 'sentire' le cose che le femmine differiscono dalle donne ed i maschi dagli uomini; è nel comprendere i fatti e nel trovare le proprie soluzioni che l'essere verso il capo o verso il centro della retta fa la differenza. Insomma, come sempre è stato e sempre sarà, è una questione di evoluzione spirituale individuale.

Questo è il mio pensiero e, proprio per questo, vi racconto il mio punto di vista sul mito di Tiresia nella versione di Ovidio nel Libro Terzo de 'Le Metamorfosi' .

Ecco il testo:

"...Mentre in terra avvenivano per volere del fato queste cose
e l'infanzia di Bacco, tornato a nascere, scorreva tranquilla,
si racconta che, reso espansivo dal nèttare, per caso Giove
bandisse i suoi assilli, mettendosi piacevolmente a scherzare
con la sorridente Giunone. "Il piacere che provate voi donne",
le disse, "è certamente maggiore di quello che provano i maschi."
Lei contesta. Decisero di sentire allora il parere
di Tiresia, che per pratica conosceva l'uno e l'altro amore.
Con un colpo di bastone aveva infatti interrotto
in una selva verdeggiante il connubio di due grossi serpenti,
e divenuto per miracolo da uomo femmina, rimase
tale per sette autunni. All'ottavo rivedendoli nuovamente:
"Se il colpirvi ha tanto potere di cambiare", disse,
"nel suo contrario la natura di chi vi colpisce,
vi batterò ancora!". E percossi un'altra volta quei serpenti,
gli tornò il primitivo aspetto, la figura con cui era nato.
E costui, scelto come arbitro in quella divertente contesa,
conferma la tesi di Giove. Più del giusto e del dovuto al caso,
a quanto si dice, s'impermalì la figlia di Saturno e gli occhi
di chi le aveva dato torto condannò a eterna tenebra.
Ma il padre onnipotente (giacché nessun dio può annullare
ciò che un altro dio ha fatto), in cambio della vista perduta,
gli diede scienza del futuro, alleviando la pena con l'onore.
Così, diventato famosissimo nelle città dell'Aonia,
Tiresia dava responsi inconfutabili a chi lo consultava.
La prima a saggiare l'autenticità delle sue parole
fu l'azzurra Lirìope, che Cefiso un giorno aveva spinto
in un'ansa della sua corrente, imprigionato fra le onde
e violentato. Rimasta incinta, la bellissima ninfa
partorì un bambino che sin dalla nascita suscitava amore,
e lo chiamò Narciso. Interrogato se il piccolo avrebbe visto
i giorni lontani di una tarda vecchiaia, l'indovino
aveva risposto: "Se non conoscerà sé stesso".
A lungo la predizione sembrò priva di senso, ma poi l'esito
delle cose, il tipo di morte e la strana follia la confermarono".

Come avete potuto leggere, Tiresia viene chiamato in causa perché per un evento passato, aveva imparato a valutare le cose non solo con la visione maschile ma anche con quella femminile essendo stato donna per sette anni e quindi in sé vi era stata un cambiamento, o, per meglio dire, una vera e propria metamorfosi, che l'aveva fatto evolvere arrivando quasi al centro della supposta linea di cui ho scritto sopra.

Tornato maschio, non era più sicuramente lo stesso uomo e, alzato lo sguardo, poteva vedere tutte le cose da un punto evolutivo più elevato ed equilibrato fra gli opposti e proprio questa sua visione non fu bene accetta da Giunone che per punirlo, non potendo offenderlo se non nel fisico, lo rese cieco.

Nel titolo di questo articolo ho definito Tiresia un 'transgender' intendendo con questo termine non certo l'interpretazione che se ne dà oggi in cronaca ma per l'esatta traduzione del suo significato e, cioè: 
"...Atteggiamento sociale e sessuale che combina caratteristiche del genere maschile e di quello femminile, senza identificarsi interamente e definitivamente in nessuno dei due.

L'atteggiamento equilibrato tra il punto di vista maschile e quello femminile è sicuramente una capacità che non tutti gli 'indovini' hanno ma è l'unico punto di vista in grado di interpretare le carte, soprattutto i Tarocchi, cogliendone i messaggi più 'alti'.

Intendendo che solo chi riesce a cogliere i diversi punti di vista tra due esseri umani può cogliere un responso che sia mediazione tra Cielo e Terra, Bene e Male, Maschio e Femmina e questa è proprio quella che Sophia Egizia, nonostante tutte le sue imperfezioni che cerca di rimediare quotidianamente progredendo nella sua vita evolutiva, cerca di fare nei suoi consulti nella sua Veste di Consulente Esoterica.



sabato 27 luglio 2019

È tempo di vacanza! fate partenze intelligenti


Trovo affascinante che molte persone pianifichino le proprie vacanze con maggior cura di quanto facciano per la propria esistenza. Forse è perché evadere è più facile che cambiare.  (Jim Rohn)




Partenze intelligenti? Sono importantissime!

Sfidare la sorte mettendosi in viaggio proprio nei giorni di maggior traffico quando, programmando per tempo la partenza, si possono evitare code e traffico, non è sicuramente una partenza intelligente.

Ancor meno intelligente è partire dimenticandosi di lasciare ben chiusi in casa i problemi che ci hanno angustiato per molto tempo e che, se li portiamo con noi, ci rovineranno sicuramente le tanto agognate vacanze.

Il vocabolo 'vacanze' deriva dal latino 'vacare' che, in buona sostanza, vuol dire essere vuoto, libero. Essere 'vuoto' non vuol certo intendere non avere nulla dentro, vuol solo dire lasciare tutti i pensieri che nella quotidianità ci pressano per godere di noi stessi, per come siamo realmente nel profondo del nostro animo, lasciandoci liberi di vivere finalmente con la serenità e la sana allegria di un spirito libero e spensierato...

...spensierato, appunto!

Lasciare a casa i 'pensieri' intendendo con questo termine le incombenze e le preoccupazioni che normalmente ci attanagliano la gola tenendoci sotto stress.


La mente umana è una gran strana creatura che, per tenere libera, occorre tenere occupata
(Sophia Egizia)

Già, proprio così. La nostra mente non è in grado di sopportare la mancanza di pensieri per cui, se la lasciamo libera, ci riproporrà i pensieri che scaturiscono dalle nostre abitudini e dalle nostre paure più profonde rovinandoci la giornata!

Per i momenti di relax, meglio tenerla occupata con pensieri 'alti' o nell'osservazione di ciò che capita intorno a noi e, se proprio non ci si riesce, un buon libro da mettere in valigia è sicuramente la scelta migliore soprattutto se le letture che scegliete sono positive o tese all'evoluzione personale.

Anche lo sport è un ottimo rimedio per tenere calma la mente e non solo il tiro con l'arco o il golf; il nuoto, la ginnastica, il ballo sono indicatissimi e se poi volete godervi appieno la libertà delle vacanze una bella cavalcata, magari in riva al mare, vi donerà sensazioni bellissime... provare per credere.

Se non sapete scegliere quale sia la vacanza più indicata per voi non c'è problema, chiedete aiuto ai Tarocchi di Sophia Egizia ed insieme troverete la soluzione giusta per voi.


venerdì 26 luglio 2019

Eco e Narciso: storia di un amore sfigato


Eco e Narciso

Innumerevoli sono le storie di persone, nella maggior parte donne, che si consumano letteralmente per un amore finito o non ricambiato.

Ogni volta che qualcuno mi dice la fatidica frase: ‘non posso vivere senza il suo amore’ il ricordo va ad Eco. Chi era costei?
Era una ninfa dei monti, e faceva parte delle Oreadi, che erano dee della mitologia greca, esseri  immortali che rappresentavano forze divine protettrici di monti, boschi, fiumi, laghi, sorgenti, alberi, regioni ed anche città o stati.
Il mito di Eco divenne famoso quando incontrò quello di Narciso e la cui leggenda, tra l’altro, viene narrata da Ovidio nelle Metamorfosi.
Pare che Eco fosse nota per la sua parlantina e che fosse molto attratta dal pettegolezzo.
Proprio grazie a questa sua propensione a farsi gli affari degli altri venne notata da Zeus che, come sappiamo, amava moltissimo le ‘scappatelle’ ed aveva bisogno di un complice che tenesse occupata la moglie Era mentre Lui andava con le altre. 
Zeus chiese quindi ad Eco di distrarre Era con tutti i pettegolezzi dell’ Olimpo mentre lui era assente. 
Era, però, che non era una gran comare, si rese conto del tranello ed inviperita punì Eco condannandola a non poter più parlare con parole sue ma decretando che, da quel momento, avrebbe potuto ripetere solo le ultime sillabe delle frasi che udiva.
Il problema nacque quando, incontrato Narciso, Eco se ne innamorò perdutamente e non poté esprimergli il suo amore (l’avesse anche fatto non sarebbe cambiato nulla visto che  si era proprio innamorata di Narciso che, come sappiamo, amava stare da solo ed era completamente insensibile all'amore degli altri in quanto amava solo se stesso).
Eco comunque provò a parlarci ma quando lui le disse di lasciarlo in pace e di andare via, lei poté solo ripetere: ‘via…via…via…’ e lui chiaramente se ne andò. 
Disperata si ritirò in una grotta dove la passione ed il dolore per il rifiuto la consumarono fino a che di lei non rimase solo la voce pronta a ripetere, ancor oggi, l’ultima parola udita.
Ora, a parte le interpretazioni classiche del mito che, com'è giusto, lasciamo a chi di dovere, ma vi sembra il caso di consumarsi d’amore per uno che ama solo se stesso con tutti i bei ragazzi che girano per l’Olimpo? A voi la risposta. 
Se avete dubbi e non riuscite a capire se chi amate è Narciso o, perché no, Narcisa, Sophia Egizia fa al caso vostro e con la sua sensibilità ed i suoi Tarocchi potrà darvi ottime indicazioni.

venerdì 19 luglio 2019

"Questa o quella, per me pari sono"... ne siete proprio sicuri?

"Questa o quella, per me pari sono"

Rigoletto, Giuseppe Verdi



Il Rigoletto è un'Opera Lirica di Giuseppe Verdi per quanto concerne la musica ma 'le parole' come si userebbe dire oggi, sono state scritte da Francesco Maria Piave, illustre librettista dell'800.

Prendo in prestito le parole che ha scritto come primo verso alla famosissima aria perché mi pare che rispecchino benissimo il clima di qualunquismo in cui ci ritroviamo a vivere in questo nostro mondo in caduta libera verso lo snaturamento dei valori che possono dare dignità all'esistenza umana.

Il consumismo imperante vorrebbe obbligarci ad una vita dedita all' "usa e getta" non solo per le cose materiali ma anche, purtroppo, nei rapporti tra esseri viventi, umani e non.

E allora, "Questa o quella, per me pari sono" diventa il motto che impera ed accresce la nostra attitudine a rendere tutto uguale, a pensare che una vale l'altra, a comportarci come se le reali ed oggettive differenze non ci interessassero.

Di fatto le differenze esistono ed il più delle volte sono sostanziali!

Presi dalla frenesia e da un senso di onnipotenza, pensiamo di poterci dimenticare il rispetto dovuto a noi stessi ed agli altri con cui entriamo in contatto.

Perdiamo il rispetto di noi stessi quando non ci diamo il tempo di operare le scelte migliori per noi perché tanto 'gli altri' sono tutti uguali quindi li trattiamo tutti come se fossero pezzi di una macchina che si possono cambiare a piacimento. Così facendo, però, ci neghiamo l'opportunità di avere il meglio.

Nel non cogliere le differenze insite in ognuna delle persone che incontriamo negando loro un'individualità reale che rende ognuno di noi un mondo unico ed irripetibile ci condanniamo a vivere in un mondo fatto di ombre inconsistenti.

Anche nel settore della Cartomanzia le cose sono molto cambiate ed il rispetto non esiste quasi più nell'idea preconcetta ed errata che "Questa o quella, per me pari sono".

Le Cartomanti non sono tutte uguali e non solo perché sono persone una diversa dall'altra ma anche  per come operano, per l'esperienza che hanno acquisito nel tempo e con un percorso personale fatto di studio e sacrificio e, soprattutto, per l'intento che impiegano nel loro ruolo.

Quando chiamate una Cartomante nuova, cercate di valutare chi avete dall'altra parte e l'unico modo serio per farlo è valutare ciò che vi rimane alla fine del consulto.

Se cercate qualcuno che vi dica esattamente ciò che vi aspettate di sentirvi dire lasciate perdere chi nel suo operato ci crede sul serio se, invece, cercate qualcuno con cui confrontarvi seriamente che, tramite l'interpretazione delle carte, vi aiuti a comprendere quali scelte dovete fare per il vostro benessere interiore, non affidatevi a persone a caso ma, dopo averne conosciute alcune, scegliete quella che vi aiuta sul serio.

Né le carte, né tantomeno la cartomante, possono decidere al posto vostro quali siano le scelte migliori per voi e per la vostra evoluzione personale; le carte e la cartomante che fa da tramite tra voi ed il mondo intuitivo, possono però darvi ottime indicazioni su cui riflettere prima di operare scelte importanti per la vostra vita.

"Questa o quella, per me pari sono"... ne siete proprio sicuri?

lunedì 15 luglio 2019

Oracolo di Delfi e Leggi di Natura

"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei." 


Quella sopra riportata è l'iscrizione riportata sul Tempio di Apollo a Delfi che, per molti secoli, è stato considerato 'l'ombelico del mondo' per circa 2000 anni dal 1400 a.C. al 392 d.C. anno in cui l'imperatore romano Teodosio I soppresse i 'culti pagani' a favore del Cristianesimo.

Al suo interno, la Pizia, con il benestare del dio Apollo, emetteva i suoi responsi ai moltissimi che, anche da molto distante, giungevano per avere la risposta sul cosa fare a fronte del loro problema.

Apollo, nell'antica Grecia adorato come una degli dèi più importanti dell'Olimpo, era il dio del Sole, di tutte le arti comprese la musica e la poesia, delle arti mediche  di cui poi ha dato delega a suo figlio Asclepio, ma, cosa per noi più interessante, era il dio della profezia e quindi è venerato anche come dio oracolare in grado, cioè, di svelare il futuro agli esseri umani.

Protettore della città di Delfi, a Lui venne eretto un tempio, il Tempio di Apollo, appunto, in cui la Pizia, sua sacerdotessa, faceva da tramite tra il dio e gli uomini per svelare tramite i suoi vaticini le predizioni sugli accadimenti futuri.

Dapprima la Pizia era scelta tra le vergini di Delfi ma poi, pare a seguito di una storia d'amore e relativa fuga di una di esse con un consultante, il ruolo venne ricoperto da donne di ogni età alle quali venivano richieste la purezza rituale e la continenza. 

La Pizia, chiaramente non era sola a gestire il gran flusso di pellegrini che, giunti al tempio, venivano accolti da sacerdoti di Apollo  che, tramite riti prefissati e l'elargizione di laute offerte, decidevano chi potesse accedere all'oracolo.

Una volta giunti nella camera sotterranea e finalmente di fronte alla Pizia, il postulante poteva porre la sua domanda ed avere il suo responso.

Giurerei che il più dei consultanti, in questa loro ricerca di una risposta che gli aprisse la strada verso un roseo futuro, non ponevano abbastanza attenzione al monito impresso nella pietra dell'ingesso del tempio vanificando in parte il frutto del loro viaggio.

Se l'essere umano non pone attenzione a ciò che vi era scritto e che ho riportato, non troverà mai una risposta completa alle sue domande.

Quando nei consulti si cerca di riportare l'attenzione del consultante sulle sue istanze più profonde si ottiene quasi sempre un rifiuto perché è sicuramente più comodo pensare che lo si faccia per prendere tempo ma, di fatto, non è così.

Guardarsi dentro e comprendere fino in fondo se stessi, oltre a dare una visione più completa e più approfondita della situazione presa in esame, dà anche la possibilità di investigare le leggi di natura che sono le stesse per tutti e per l'intero universo.

'Come in alto così in basso'... ma di questo parleremo in altra occasione!

Sophia Egizia, nel suo compito di Consulente esoterica, a volte può stupirvi con le sue risposte ma, sicuramente, opera affinché anche voi possiate investigare le leggi immutabili di Natura per ritrovare dentro di voi la via per tornare alla serenità.











lunedì 1 luglio 2019

vado... ma torno presto!



 Saper mettere in armonia i propri bisogni e le proprie

 capacità, significa aver trovato la fonte più feconda 

di ricchezze e di felicità.

(Edme-Pierre Chauvot de Beauchêne)