"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei."

Oracolo di Delfi

lunedì 29 luglio 2019

Tiresia: il mito del primo indovino transgender suo malgrado

Se ci pungete non diamo sangue, noi? 
Se ci fate il solletico, non ridiamo? 
Se ci avvelenate non moriamo?

(William Shakespeare)



Gli esseri umani sono esseri tutti uguali eppure, allo stesso istante, sono tutti diversi!

Ognuno di noi è un mondo a parte, unico in un mare di simili, ed ha una sua specifica identità costituita dalle sue quattro parti fondamentali: fisica, mentale, animica e spirituale che, in vario grado e percentuale, si armonizzano in un tutt'uno armonico irripetibile.

Eppure viviamo in un mondo duale quindi siamo abituati a differenziare ed uno dei primi punti di diversità lo troviamo nel genere di appartenenza così ci distinguiamo in maschi e femmine ma maschio non è sinonimo di uomo e femmina non è sinonimo di donna.

Ipotizziamo una linea retta dove ad una estremità ci sono i maschi ed alla estremità opposta le femmine e nel centro l'essere umano con la sua parte maschile e quella femminile in perfetto equilibrio a rappresentare l'essere perfetto, possiamo pensare che, a mano a mano che il maschio evolve verso il centro diventa sempre più uomo tendente all'equilibrio e così pure le femmine che, volgendo verso il centro diventano, sempre più donne. 

È nel 'sentire' le cose che le femmine differiscono dalle donne ed i maschi dagli uomini; è nel comprendere i fatti e nel trovare le proprie soluzioni che l'essere verso il capo o verso il centro della retta fa la differenza. Insomma, come sempre è stato e sempre sarà, è una questione di evoluzione spirituale individuale.

Questo è il mio pensiero e, proprio per questo, vi racconto il mio punto di vista sul mito di Tiresia nella versione di Ovidio nel Libro Terzo de 'Le Metamorfosi' .

Ecco il testo:

"...Mentre in terra avvenivano per volere del fato queste cose
e l'infanzia di Bacco, tornato a nascere, scorreva tranquilla,
si racconta che, reso espansivo dal nèttare, per caso Giove
bandisse i suoi assilli, mettendosi piacevolmente a scherzare
con la sorridente Giunone. "Il piacere che provate voi donne",
le disse, "è certamente maggiore di quello che provano i maschi."
Lei contesta. Decisero di sentire allora il parere
di Tiresia, che per pratica conosceva l'uno e l'altro amore.
Con un colpo di bastone aveva infatti interrotto
in una selva verdeggiante il connubio di due grossi serpenti,
e divenuto per miracolo da uomo femmina, rimase
tale per sette autunni. All'ottavo rivedendoli nuovamente:
"Se il colpirvi ha tanto potere di cambiare", disse,
"nel suo contrario la natura di chi vi colpisce,
vi batterò ancora!". E percossi un'altra volta quei serpenti,
gli tornò il primitivo aspetto, la figura con cui era nato.
E costui, scelto come arbitro in quella divertente contesa,
conferma la tesi di Giove. Più del giusto e del dovuto al caso,
a quanto si dice, s'impermalì la figlia di Saturno e gli occhi
di chi le aveva dato torto condannò a eterna tenebra.
Ma il padre onnipotente (giacché nessun dio può annullare
ciò che un altro dio ha fatto), in cambio della vista perduta,
gli diede scienza del futuro, alleviando la pena con l'onore.
Così, diventato famosissimo nelle città dell'Aonia,
Tiresia dava responsi inconfutabili a chi lo consultava.
La prima a saggiare l'autenticità delle sue parole
fu l'azzurra Lirìope, che Cefiso un giorno aveva spinto
in un'ansa della sua corrente, imprigionato fra le onde
e violentato. Rimasta incinta, la bellissima ninfa
partorì un bambino che sin dalla nascita suscitava amore,
e lo chiamò Narciso. Interrogato se il piccolo avrebbe visto
i giorni lontani di una tarda vecchiaia, l'indovino
aveva risposto: "Se non conoscerà sé stesso".
A lungo la predizione sembrò priva di senso, ma poi l'esito
delle cose, il tipo di morte e la strana follia la confermarono".

Come avete potuto leggere, Tiresia viene chiamato in causa perché per un evento passato, aveva imparato a valutare le cose non solo con la visione maschile ma anche con quella femminile essendo stato donna per sette anni e quindi in sé vi era stata un cambiamento, o, per meglio dire, una vera e propria metamorfosi, che l'aveva fatto evolvere arrivando quasi al centro della supposta linea di cui ho scritto sopra.

Tornato maschio, non era più sicuramente lo stesso uomo e, alzato lo sguardo, poteva vedere tutte le cose da un punto evolutivo più elevato ed equilibrato fra gli opposti e proprio questa sua visione non fu bene accetta da Giunone che per punirlo, non potendo offenderlo se non nel fisico, lo rese cieco.

Nel titolo di questo articolo ho definito Tiresia un 'transgender' intendendo con questo termine non certo l'interpretazione che se ne dà oggi in cronaca ma per l'esatta traduzione del suo significato e, cioè: 
"...Atteggiamento sociale e sessuale che combina caratteristiche del genere maschile e di quello femminile, senza identificarsi interamente e definitivamente in nessuno dei due.

L'atteggiamento equilibrato tra il punto di vista maschile e quello femminile è sicuramente una capacità che non tutti gli 'indovini' hanno ma è l'unico punto di vista in grado di interpretare le carte, soprattutto i Tarocchi, cogliendone i messaggi più 'alti'.

Intendendo che solo chi riesce a cogliere i diversi punti di vista tra due esseri umani può cogliere un responso che sia mediazione tra Cielo e Terra, Bene e Male, Maschio e Femmina e questa è proprio quella che Sophia Egizia, nonostante tutte le sue imperfezioni che cerca di rimediare quotidianamente progredendo nella sua vita evolutiva, cerca di fare nei suoi consulti nella sua Veste di Consulente Esoterica.



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